Uova, questa è la parola magica, se non che il filo conduttore di questo bellissimo spettacolo.
La scena incomincia con una persona mascherata da lottatore sumo con una faccia triste, spaventata; e, mentre girava lo sguardo qua e là, prendeva un uovo alla volta e se lo lanciava da una mano all’altra per poi posizionarlo a terra. Ma ecco che quell’uomo triste cammina verso la scala al suo fianco e la sale portando con sé una corda sospesa, una corda con molti significati: quello dell’ostacolo, dei limiti che ci imponiamo, della speranza di potersi salvare, ma per me specialmente di qualcosa su cui potersi aggrappare, qualcosa che ti pone il suo aiuto. E con questa idea in mente ho visto il lottatore trasformarsi in una donna, una donna con una maschera con il sorriso divertente di un bambino, che camminava, parlando con un microfono e allo stesso tempo prendendo le uova che c’erano per infilarle nel vestito. E da lì si è tolta anche la mschera del sorriso per far vedere la sua faccia reale e sicura di sè è andata alla corda dove, scuotendosi, ha fatto cadere dal vestito le uova raccolte i cui resti sono rimasti nel pavimento.
Uno scenario divertente e con vari momenti diversi, il passaggio da una faccia triste a una donna e le sue uova, un insieme di immagini indimenticabili e la fantasia e la creatività di Katja Heitmann che ha potuto offrirc questo fantastico scenario.
Giulia Fregonese
Giulia Fregonese è una dei 21 partecipanti a MiniBmotion programme, percorso di danza dedicato a giovani danzatori dagli 8 ai 13 anni, condotto da Elena Giannotti.
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