A me il lavoro di Nardin è piaciuto, tanto che ho pensato “meno male che B Motion è finito con un clima del genere!”. Mi ha comunicato gioia, freschezza, vitalità di sensi, serenità, leggerezza di capelli al vento e di gioventù in libertà. Mi ha fatto pensare ai giovani narratori di novelle del Decamerone, lontani dalla città per salvarsi dalla sua peste. Spettacolo senza difetti? Forse no, a partire dal fatto che un movimento ripetuto e continuo a costruire l’intera partitura si vede ormai spesso, e facilmente si possono trovare riferimenti o analogie tra lavori di autori diversi; lo stesso si può dire per la musica: se è troppo insistita può venire in uggia. Si sarebbero potuti sviluppare i momenti dedicati alle individualità, o accorciare i tempi complessivi, e non lasciare sempre vaghi i percorsi e i gesti dei danzatori. Una cosa che non mi sarei aspettata dalla Nardin è la pioggia d’oro che cade sui ragazzi alla fine; l’ho trovata inutile, ma tutto sommato nel clima idilliaco creatosi possiamo lasciare che una pioggia d’oro fecondi tutti, come fossero tante Danae.
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