L’anno scorso per un determinato spettacolo la prima cosa che mi è venuta in mente è stata: “gran bel movimento di scenografia”; ecco, per questa performance ho pensato:”gran bel movimento di mattoni”!
Il lavoro è lungo, di pazienza e concentrazione per gli artisti; di attenzione (e ugual pazienza) per gli spettatori, che devono lasciarsi prendere dal ritmo del fare e disfare combinazioni diverse di mattoni, condotto con gesti precisi, sistematici, accompagnati dal rumore dell’impatto col suolo. Vengono creati spazi e distanze diversi, all’interno dei quali solo due dei quattro performers danzano, mentre gli altri due proseguono nel disporre i mattoni; anche i loro movimenti sono precisi, concisi, senza leziosaggini e in perfetta sincronia.
In qualche momento, nella prima parte, ritmo e azione mi hanno fatto pensare anche alla Haka dei Maori, mentre nella seconda mi sono sembrati più evidenti azioni legate a un qualche lavoro, compreso l’uso di qualche strumento tenuto in tasca. Ognuno cerca di costruirsi uno spazio proprio, congeniale, adeguandosi a molti cambiamenti, e molti cambiamenti creando, ma sempre cercando un rifugio, anche stretto, che sia casa e terra sua.
#lastanzadicarla
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