“Il Galata morente” e “Pubertà” di Munch sono le suggestioni iconografiche che ho trovato negli interpreti del lavoro di Giorgia Nardin, nella parte finale (anche se l’analogia era risultata più marcata in uno sharing precedente). Quelli sono eroi, anche se l’uno è sconfitto e l’altra ha un futuro incerto davanti; ma l’uno ha combattuto, l’altra combatterà. Questi di Nardin pure combattono, ma perchè? per cosa? per andar dove? Non hanno luogo nè stabilità; in una quotidianità vuota e ripetitiva non sanno che fare; combattono per stare in equilibrio, riuscendoci solo con sforzi a loro volta destabilizzanti. Sono inermi, senza difesa nella loro nudità, finchè trovano finalmente sostegno l’un l’altro, anzi, ribaltando i ruoli, è lui che si aggrappa a lei. In realtà non sembrano esserci ruoli definiti: che siano maschio e femmina non risulta essere importante. La ricerca incerta di qualcosa continua e solo alla fine, forse, qualcuno trova una qualche serenità. Parte iniziale ipnotica, nei suoni e nei movimenti, spesso solo accennati; il seguito più frenetico, ma con una durata che potrebbe essere accorciata senza risentirne (osservazione scontata da parte mia). A parer mio l’essere situati nella sala del Museo non ha aiutato a creare una giusta atmosfera; sarebbe stato meglio un luogo più piccolo e intimo, anche meno illuminato, e una maggiore distanza del pubblico dai danzatori.”
#lastanzadicarla
Commento dalla nostra inviata speciale dal pubblico, la Signora Carla, sullo spettacolo «All dressed up with nowhere to go to» di Giorgia Nardin.
Qui di seguito i link ai profili d’artista degli interpreti e della coreografa:
- Giorgia Nardin: https://www.youtube.com/watch?v=SLk-cus4pIY
- Sara Leghissa: https://www.youtube.com/watch?v=lddxuHivZ3U
- Marco D’Agostin: https://www.youtube.com/watch?v=rIssU54c708
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