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12 aprile 2019 Commenti disabilitati su Dancing (with pleasure) in daily life | interview with Yaara Moses ENG/ITA Views: 2255 Dance Well, In depth, Interviews, News, Workshop

Dancing (with pleasure) in daily life | interview with Yaara Moses ENG/ITA

SEGUE INTERVISTA IN ITALIANO

Someone may remember a young lady dancing among the space architecture of Bassano del Grappa during Bmotion 2018, breaking her lines while relating to close and open-air shapes. It was the talented Yaara Moses, former dancer at Batsheva Dance Company and qualified teacher for Gaga Ohad Naharin’s movement language, for dancers and non-dancers. She has now been invited as a teacher to experience the art of improvisation, to learn how a given structure can open up to inner inspiration.

Yaara, you are leading two different classes, one for Dance Well teachers [movement research for Parkinson’s] and one for dancers. How does your approach change?
For the dancers I use more the idea of “form”, the familiar forms from ballet and some physical structures that have a common language. For those who aren’t dancers I use more “images” of behaving in different ways, connecting to different fancies.

What do they have instead in common?
I make them both focus a lot on how we sense the body, the distance between our body parts, how we can communicate with how we move, what we project out, how we sense our environment. Just with the dancers I also take time to really practice on a more technical ground.

How does improvisation relate to this?
I think it’s a lot connected to improvisation, to create movements from the moment, allowing our body to express what it feels in the moment, without knowing exactly what will be. And reacting to each other.

The movement of the moment.
This comes a lot from my training, Gaga, where we talk a lot about how movement is travelling inside of us. It’s important to look inside of us for places where we can listen to the flow of energy, and to connect to a place where we can feel happy in our flesh. I think that this pleasure will just open-up more possibilities for movement, giving an additional layer to both Parkinson’s and dancers.

What about Parkinson’s movement?
I try to teach not to conduct so much the movement, but to allow it to happen. And they have a movement that happens unintentionally, which should be allowed to, as another layer of their will. And also not to take it too seriously, as well as themselves. To connect to the sense of humor.

Does the sense of humor come from your training as well?
Just remind not to take life so seriously. It’s connected to my Gaga training. It faces a lot my research and what I do, how I dance, perform, create and even life, like how I cut the salad! It’s day to day. Dance is life, dance is movement and life is movement. So get soft.

How have you become a teacher?
I started to teach when I was still dancing at Batsheva. I was attracted to it. I began in the company with few of us, and then they sent me outside to teach Gaga and the repertoire by Ohad Naharin. I’ve been teaching for 14 years already, and I’ve gained a lot of experience in it. And it allows me to stay in touch with the company.

What do you personally gain from teaching?
So much pleasure! I love to see the connections: people opening up and communicating in a language that is beyond words, while sharing really true experiences. Love to meet people in this protected environment where they are allowing themselves to go a little bit beyond what is familiar.

How can movement be a challenge and not a restrain?
Emotions are movement, they have certain vibrations. By using movement we can cure so much ourselves, even without having a real solution. Sometimes we keep in the body our struggle, while we just have to allow emotions to move through us as another movement. And I love to see the real happiness given by movement.

Have you ever choreographed?
I don’t choreograph. It’s hard for me to choreograph, while it’s easier to improvise, moving from the moment that I’m living. If it hadn’t been for Roberto [Casarotto for Yaara’Dances A/N], I would have never performed here in Bassano!

And as a dancer which are your projects?
I’m not in the company anymore, but I’m still dancing on my own in some projects, like in the museums in Israel. Now I’m preparing a cabaret-show with Ohad Naharin: he’s singing and I’m performing with another dancer.

by Lara Crippa

Yaara Moses
Contemporary Dance Workshop
5 – 6 April 2019 @ CSC Centro per la Scena Contemporanea
organized by NO limita-c-tions, network formazione danza contemporanea


Ricorderete sicuramente una giovane donna danzare tra gli spazi architettonici di Bassano del Grappa durante Bmotion 2018. Spezzava e ricongiungeva ogni sua linea, seguendo le forme che gli spazi chiusi e aperti le suggerivano. Era la talentuosa Yaara Moses, ex danzatrice della Batsheva Dance Company e oggi insegnante certificata Gaga, il linguaggio danzato coniato da Ohad Naharin. Ora è di nuovo a Bassano, nelle vesti di insegnante, per condividere l’arte dell’improvvisazione e comprendere come una struttura data possa diventare fonte di nuove ispirazioni.

Yaara, stai conducendo qui due classi, una per gli insegnanti Dance Well [movement research for Parkinson] e una per danzatori. Come cambia l’impostazione?
Per i danzatori utilizzo più il concetto di “forma”, le forme note del balletto ed alcune strutture fisiche che richiamino lo stesso linguaggio. Con chi ha meno familiarità con la danza uso più “immagini”, come ci si comporta in diversi contesti, così da collegare l’immaginazione.

Quali aspetti hanno invece in comune?
Voglio che entrambi i gruppi si focalizzino su come percepiscono il loro corpo, la distanza tra le parti del corpo, come possiamo comunicare con le modalità con cui ci muoviamo, come ci proiettiamo, come percepiamo l’ambiente che ci circonda. Soltanto con i danzatori utilizzo parte del tempo anche per praticare su un terreno più tecnico.

Dove si colloca l’improvvisazione?
È quasi tutto collegato con l’improvvisazione, creare movimenti nell’istante, permettere al corpo di esprimere cosa prova in uno specifico momento, senza sapere cosa accadrà. E reagire poi all’altro.

Il movimento del momento.
Questo deriva molto dalla mia formazione, Gaga, dove si parla molto di come il movimento viaggia dentro di noi. È importante cercare dentro di sé dei luoghi dove poter ascoltare il flusso energetico, ed è importante connettersi ad uno spazio interno dove sentirsi felici nella propria pelle. Credo che questa sensazione di piacere non possa che aprire ulteriori possibilità al movimento, donando del materiale aggiuntivo sia ai parkinsoniani che ai danzatori.

E il movimento del Parkinsoniano?
Cerco di insegnare a non cercare di condurre troppo il movimento, ma lasciarlo accadere. Loro hanno anche un movimento non intenzionale che deve esprimersi, quasi un altro livello della loro volontà. E cerco anche di insegnare a non prendere né il movimento né se stessi troppo sul serio. Bisogna connettersi al proprio senso dell’umorismo.

Anche l’umorismo proviene dalla tua formazione?
Bisogna ricordarsi di non prendere la vita troppo sul serio. Anche questo proviene dalla mia formazione Gaga. È molto collegato alla mia ricerca e a ciò che faccio, come danzo, studio, creo, e anche nella quotidianità, tipo come taglio l’insalata! Va perseguito giorno per giorno. La danza è vita, è movimento, e la vita è movimento. Quindi cerchiamo di stare morbidi.

Come sei diventata insegnante?
Ho cominciato ad insegnare quando ancora ballavo in Batsheva. Ne ero attratta. Ho cominciato nella compagnia con alcuni di noi, e poi mi hanno mandata fuori ad insegnare Gaga ed il repertorio di Ohad Naharin. Sono già 14 anni che insegno ed ho imparato molto. Inoltre così posso rimanere in contatto con la compagnia.

Cosa ti dà l’insegnamento?
Tanto piacere! Amo vedere le connessioni, le persone che si aprono e comunicano in un linguaggio che va al di là delle parole, mentre al contempo condividono esperienze concrete e reali. Amo incontrare le persone in questo ambiente protetto dove possono permettersi di un andare un po’ oltre a ciò che è noto e famigliare.

Come far sì che il movimento sia un’occasione e non una restrizione?
Le emozioni sono movimento, ognuna ha la sua vibrazione. Attraverso il movimento possiamo curarci molto, anche se non abbiamo una vera e propria soluzione. Spesso tratteniamo nel corpo le nostre lotte mentre dovremmo permettere alle emozioni di scorrere in noi come un’ulteriore forma di movimento. E adoro vedere la vera gioia che il movimento può dare.

Hai mai coreografato?
No, è difficile per me coreografare. Ma è facile improvvisare, prendendo ispirazione dal momento che sto vivendo. Se non fosse stato per Roberto [Casarotto per Yaara’Dances – nda] non avrei mai danzato a Bassano!

E come danzatrice quali sono i tuoi prossimi progetti?
Non sono più nella compagnia, ma continuo a danzare in vari progetti, come nei musei in Israele. Ora sto preparando uno spettacolo, un cabaret, con Ohad Naharin: lui canta mentre io ballo insieme ad un altro danzatore.

Yaara Moses
Contemporary Dance Workshop
5 – 6 Aprile 2019 @ CSC Centro per la Scena Contemporanea
organizzato da NO limita-c-tions, network formazione danza contemporanea

 

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