The soundtrack of a lesson, that of a musician, performer and choreographer, participating at BMotion Dance 2017 with Sons of Sissy, a piece on folk dances and folk music. Simon Mayer (A, 1984) is giving a class on community dance, reminding us our roots and at the same time how feeble our boundaries are, no matter we speak about music, steps or origins.
Explanations come afterwards, once you have brought yourself into class, breathing, releasing thoughts and prejudices through your own movement and rhythm. Simon is the natural leader, dancers follow him while he gathers them into a smaller space, accelerating or slowing down the pace, embracing hands, connecting one to the other in a sort of tribal rite.
Before starting to talk, greetings are also needed, first to ourselves to thank us for what we allow us to do. Then follows a ritual tantra to get to know who your mates are. In a circle, crossed legs one facing the other, keeping one hand on the other while looking into his/her eyes, until a ring tone rhythms the next exchange. A short and intense beginning, to put the class deep in its inner self and at the same time in connection with the soul of others.
What has folk dance and music to do with all this? Studying different folk traditions, Simon Mayer found out that they all have some aspects in common, like clapping and stamping, couples, circles. So instead of linking the folk world to tradition and identity, why don’t we create a universal folk that brings people together finding out what we all have in common?
This is what the performance Sons of Sissy is about. Four men who try to find a way to stay together in these times, accepting both themselves with their various inner aspects, as well as the others. Therefore costumes are not needed, as they identify you with a place, a tradition, a way of showing; to be naked is the only way not to belong to anything.
The class ends with a trip through folk traditions. Folk competitions have strict standard, like bent elbows and knees, straight haircut and lines. But where do these rules come from? For example from the well-known chicken-dance where farmers showed off to seduce their ladies! And how are these rules passed down? There are two ways of teaching: physical, just copying the movements, or analytical, explaining each passage.
So, how is Simon going to end the workshop? Bringing all information into dance: a circle, a given step which becomes three sections of different steps. A violin stands out, Simon’s voice, everybody sing. And then let’s make the circle moves mixing the given pattern with free-style folk. Couples are made, gender doesn’t matter. But at the end remind to rejoin to yourself and thank you.
by Lara Crippa
La colonna sonora di una lezione, quella di un musicista, performer e coreografo, presente a BMotion Danza 2017 con Sons of Sissy, un pezzo sulle danze e la musica folk. Simon Mayer (A, 1984) sta tenendo una lezione sulla danza di comunità, ricordandoci le nostre origini e insieme quanto siano labili i nostri confini, non importa che si parli di musica, passi o radici.
Le spiegazioni arriveranno in un secondo momento, dopo che ognuno è entrato completamente nello spazio della lezione, respirando, lasciando andare pensieri e pregiudizi, seguendo il proprio movimento e il proprio ritmo. Simon conduce la classe che lo segue mentre restringe lo spazio, aumenta o decellera il ritmo, collega mani e abbracci in una sorta di rito tribale.
Prima di fare discorsi bisogna salutare, iniziando da noi stessi per ringraziarci di ciò che ci permettiamo di fare. Poi segue un tantra, un rituale per conoscere i nostri compagni. In un cerchio, gambe incrociate uno di fronte all’altro, le mani che si sorreggono vicendevolmente, lo sguardo fisso negli occhi altrui, finché una suoneria non scandisce il prossimo cambio. Un incipit breve ma intenso che mette la classe a contatto con il suo profondo sé e al contempo con la profondità delle anime altrui.
Cos’ha a che fare la musica e la danza folk con tutto questo? Studiando le varie tradizioni, Simon Mayer ha riscontrato vari elementi in comune, come il battito delle mani o dei piedi, le coppie, il cerchio. Perché il folk allora viene collegato all’idea di tradizione e al concetto di identità? Perché non si considera invece un folk universale che unisca le persone con i suoi aspetti comuni?
Sono questi i temi della performance Sons of Sissy. Quattro uomini che cercano un modo per stare insieme al giorno d’oggi, accettandosi con tutte le singole variabili. I costumi tradizionali e di scena, che identificano un modo d’essere e di appartenere, non servono più, mentre solo la nudità dichiara la propria non appartenenza.
La lezione continua con un viaggio nella cultura folk. Le competizioni hanno standard severi, dall’angolatura di gomiti e ginocchia alla linea del calzino o del taglio di capelli. Da dove provengono queste regole? Per esempio dalla famosa danza del pollo, dove l’incedere dell’agricoltore doveva sedurre la fanciulla! E come si insegnano tutte queste regole? Ci sono due modalità di trasmissione: fisica (corpo), semplicemente imitando il maestro, o analitica (mente), spiegando ogni passaggio.
La lezione termina convogliando tutte le informazioni in una danza. Un cerchio, un passo che in breve diventano tre, un violino, la voce di Simon, il canto dei partecipanti. Poi il cerchio comincia a ruotare mentre i passi convenzionali si mischiano al free-style. Si creano coppie, il genere non è più importante. Ma alla fine non dimentichiamoci di ricongiungerci con il nostro io e ringraziarlo.
di Lara Crippa
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